Monte San Vito (Italia)

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Monte San Vito
comune
Monte San Vito – Stemma
Monte San Vito – Bandiera
Monte San Vito – Veduta
Monte San Vito – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Marche
Provincia Ancona
Amministrazione
SindacoThomas Cillo (lista civica) dal 27-5-2019
Territorio
Coordinate43°36′01.76″N 13°16′15.92″E / 43.600489°N 13.271089°E43.600489; 13.271089 (Monte San Vito)
Altitudine135 m s.l.m.
Superficie21,81 km²
Abitanti6 684[1] (31-5-2022)
Densità306,46 ab./km²
FrazioniBorghetto, Le Cozze, Santa Lucia
Comuni confinantiChiaravalle, Jesi, Monsano, Montemarciano, Morro d'Alba, San Marcello, Senigallia
Altre informazioni
Cod. postale60037
Prefisso071
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT042030
Cod. catastaleF634
TargaAN
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona D, 1 870 GG[3]
Nome abitantimonsanvitesi
Patronosan Vito Martire
Giorno festivo15 giugno
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Monte San Vito
Monte San Vito
Monte San Vito – Mappa
Monte San Vito – Mappa
Posizione del comune di Monte San Vito nella provincia di Ancona
Sito istituzionale
Palazzo Malatesta, sede comunale.

Monte San Vito è un comune italiano di 6 684 abitanti[1] della provincia di Ancona nelle Marche.

Geografia fisica[edit | edit source]

Monte San Vito si trova sul versante sinistro della bassa Vallesina al centro di un rettangolo formato da Morro d'Alba (est), Monsano (sud), Chiaravalle (ovest, 6 km) e Montemarciano (nord), a 25 km da Ancona. Il centro storico è situato sulla sommità di una collina fra i torrenti Triponzio e Guardengo.

Monte San Vito è raggiungibile mediante l'Autostrada A14 Bologna-Taranto (uscita Ancona nord, a circa 7 km dal paese)

Storia[edit | edit source]

Il primo documento scritto in cui si menziona Monte San Vito è del 1053. Successivamente si ha una citazione nel 1155, dai quali si deduce la formazione in un unico insediamento anteriore al X secolo.

Nel 1177 Federico I il Barbarossa lo sottrasse dalla giurisdizione del marchese anconetano per porlo sotto suo diretto dominio, dandogli nel contempo in concessione un territorio comprendente i castelli di Morro, Alberello, Orgiolo e Morruco, sei ville (tra le quali quelle di San Marcello e di Antico) e il territorio che si estendeva fino al mare, includendo la Selva di Castagnola, ad eccezione dell'abbazia cistercense. Alla morte dell'imperatore, andò sotto la giurisdizione della diocesi di Senigallia, e poi, in seguito ad accordi, venne ceduto nel 1213 alla vicina e potente città di Jesi, generando aspre contese con la città di Ancona.

Nel XV secolo il castello fu occupato dai Malatesta, che lo consolidarono, costruendo una rocca che è attualmente parte del Palazzo del Municipio. Ancona, si rivolse direttamente al papa Martino V, ma solo con il successore Eugenio IV (7 febbraio 1432) poté ottenere la sovranità su Monte San Vito.

Le diatribe fra Ancona e Jesi terminarono solo quando papa Leone X De' Medici assegnò definitivamente il castello alla città dorica. Monte San Vito divenne quindi uno dei castelli di Ancona.

I seguenti due secoli, sotto il governo pontificio, furono caratterizzati da una costante crescita dovuta allo sviluppo agricolo, che consentì al paese una certa ricchezza economica, testimoniata da un documento di papa Pio VII del 1803, da cui risulta che il patrimonio comunale era pari alla considerevole cifra di 100 667 scudi romani.

Nel 1822 Eugenio Beauharnais (figliastro di Napoleone Bonaparte, ora Duca di Leuchtemberg e genero del re di Baviera) vende alla sorella Ortensia 30 terreni ed un palazzo ubicati a Monte San Vito, facenti parte dei beni da lui ricevuti come "appannaggio" quando era Viceré d'Italia. I beni erano stati requisiti alla Collegiata ed ai Conventuali di Monte San Vito e all'abbazia cistercense di Chiaravalle.

Negli anni successivi Ortensia di Beauharnais soggiorna frequentemente a Monte San Vito insieme ai suoi due figli, uno dei quali sarà il futuro imperatore Napoleone III. Damiano Armandi, precettore dei due ragazzi ed amministratore dei beni di Ortensia, sarà ad Ancona uno dei protagonisti dei moti rivoluzionari contro lo Stato Pontificio.

Simboli[edit | edit source]

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con DPR del 23 marzo 1970.[4]

«Di rosso, al monte di sei cime d'oro (3, 2, 1) fondato su terrazzo di verde. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo partito di giallo e di rosso.

Monumenti e luoghi d'interesse[edit | edit source]

La cupola della collegiata di San Pietro Apostolo

L'antico nucleo castellano racchiude diverse architetture:

  • Collegiata di San Pietro Apostolo, imponente chiesa eretta in stile barocco a partire dal 1753 dall'architetto jesino Cristoforo Moriconi. Con la sua grande cupola rivestita in lastre di piombo sovrasta e domina tutto il borgo e il paesaggio circostante, caratterizzandone il profilo. L'interno è a croce latina con navata unica e cappelle laterali. Vi si conservano tele di Giovanni Lazzarini, Filippo Bellini e una tela raffigurante la Vergine col Bambino attribuita alla scuola del Perugino.
  • Palazzo Malatesta, sede del comune, venne eretto nel XV secolo con la sovrastante torre civica. All'interno sono conservate delle prospettive architettoniche dipinte da Scipione Daretti nel XVIII secolo.
  • Il teatro condominiale La Fortuna era originariamente un mulino, quando nel 1757-58 dei notabili cittadini lo trasformarono in sala per spettacoli. Oggi è stato restaurato e riaperto al pubblico.
  • Un antico frantoio oleario ai bordi nel nucleo antico, già iniziato come chiesa delle clarisse e trasformato dopo le soppressioni napoleoniche, successivamente adibito a struttura espositiva e sala convegni.

Società[edit | edit source]

Evoluzione demografica[edit | edit source]

Abitanti censiti[5]

Cultura[edit | edit source]

Ricorrenze[edit | edit source]

Fiere[edit | edit source]

  • Fiera di San Vito: II o III domenica di giugno

Economia[edit | edit source]

La produzione agricola principale è: olio d'oliva di qualità e Lacrima di Morro d'Alba, mentre nell'industria si distingue il settore metalmeccanico.Di recente nel settore del packaging e cartone ecosostenibile si distinguono realtà industriali di prestigio.

Amministrazione[edit | edit source]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
30 dicembre 1987 12 giugno 1990 Bruno Bordoni Partito Comunista Italiano Sindaco [6]
12 giugno 1990 31 marzo 1993 Bruno Bordoni Partito Comunista Italiano
Partito Democratico della Sinistra
Sindaco [6][7]
31 marzo 1993 24 aprile 1995 Lino Secchi Partito Democratico della Sinistra Sindaco [6]
24 aprile 1995 14 giugno 1999 Lino Secchi Centro-sinistra Sindaco [6]
14 giugno 1999 14 giugno 2004 Lino Secchi Centro-sinistra Sindaco [6]
14 giugno 2004 8 giugno 2009 Gloria Anna Sordoni Solidarietà progresso (Centro-sinistra) Sindaco [6]
8 giugno 2009 22 giugno 2010 Gloria Anna Sordoni Insieme per Monte San Vito Sindaco [6][8]
22 giugno 2010 13 febbraio 2011 Mario Gabriele Perpetuini Commissario prefettizio [6]
14 febbraio 2011 26 maggio 2014 Sabrina Sartini Lista civica Sindaco [6]
26 maggio 2014 27 maggio 2019 Sabrina Sartini Centro-sinistra Sindaco [6]
27 maggio 2019 in carica Thomas Cillo Monte San Vito cambia Sindaco [6]

Sport[edit | edit source]

Calcio[edit | edit source]

La squadra di calcio locale è il Borghetto che disputa la Prima Categoria marchigiana.

Note[edit | edit source]

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Monte San Vito, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 15 aprile 2024.
  5. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  6. ^ a b c d e f g h i j k http://amministratori.interno.it/
  7. ^ Dimissionario
  8. ^ Annullamento giurisdizionale parziale

Voci correlate[edit | edit source]

Altri progetti[edit | edit source]

Collegamenti esterni[edit | edit source]

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